martedì 21 giugno 2011

Presunte contraddizioni, come un ministro dell'interno che sogna la secessione

Sì, ma di quale repubblica?

«Noi abbiamo un grande sogno: una Padania libera e indipendente»

Roberto Maroni, ministro dell'interno (già citato qua), ha concluso così i tre minutini scarsi di discorso che il suo leader Bossi gli ha concesso al raduno leghista domenica mattina, mandando in visiblio la folla di fratelli padani che riempiva il pratone in quel di Pontida.
In Italia le nostre orecchie sono abituate a cose ben peggiori, diciamo la verità, quindi figuriamoci se qualcuno si sia scandalizzato. Ma se fossi stato un marziano in visita turistica un pochino mi sarei stupito di queste parole. Come, mi sarei chiesto, il ministro dell'interno di una Repubblica che auspica la creazione di un'altra repubblica, staccandola da quella di cui è cittadino e per la quale ricopre una delle cariche più alte?
Se non sbaglio, non mi pare che la Costituzione sulla quale egli ha giurato dica che i portatori di cariche istituzionali possano dire cose del genere. Figuriamoci se sei l'inquilino del Viminale. Ma, va beh, capisco che di quel pezzo di cartaccia ai leghisti, quelli del dito medio alzato virilmente durante l'inno di Mameli, possa non fregare una cippa.
A noi italiani sembra tutto normale in effetti, ma al marziano come glielo spiego?

L'altra contraddizione, o presunta tale, emersa dal raduno del carroccio, che mi lascia un po' perplesso, è l'insistenza con cui Bossi&Co continuano a dire di voler spostare al nord qualche ministero. Magari quello dell'economia, visto che al meridione sono tutti scansafatiche inoperosi, com'è ampiamente risaputo.
Il punto è che la cosa cozza abbastanza con le idee secessioniste, visto che si fa fatica a capire perché, in un'ottica di devolution, alcune istituzioni dello Stato Italiano debbano essere trasferite in quello Padano. Non è che gli scozzesi quando nel 1997 hanno costituito il loro parlamento hanno chiesto che spostassero il Westminster ad Edimburgo.
La Costituzione afferma chiaramente che Roma è la capitale d'Italia ma, come abbiamo già detto, posso capire che pure questo ai leghisti possa non fregare una seconda cippa.
Però la cosa curiosa è che il concetto di Roma capitale viene ribadito anche nella legge sul federalismo fiscale che loro hanno voluto, scritto e approvato.
E vogliamo inoltre parlare del costo che avrebbe trasferire di peso un ministero dove lavorano migliaia di dipendenti? Eppure mi sembrava che a Tremonti avessero ordinato di ridurre gli sprechi per poter diminuire le tasse, così da salvare il governo.

Boh. Magari non c'è nessuna contraddizione, sono io che sono paranoico e vado a cercare troppo il pelo nell'uovo, l'ago nel pagliaio, il marziano a Pontida, il cervello sul pratone...


7 commenti:

  1. Premesso che roma deve restare capitale e simbolo d'Italia (unita), non vedo niente di scandaloso (ma nemmeno di cosi estremamente necessario)a spargere qualche ministero qua e la nelle città più importanti, tipo l'economia a milano, la difesa a napoli, l'interno a palermo e cosi via...

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  2. Nulla di scandaloso, ma tra tutti i problemi che ci sono mi sembra una cosa superflua e pure ridicola vista l'attenzione che genere.
    Lo sanno pure quelli della Lega eh, solo che gli serve qualcosa da propagandare ai propri elettori che si sono rotti pure loro del Berlusca.
    Aggiungiamoci che si calcola che lo spostamento di un ministero costerebbe tipo un paio di miliardi di euro, direi che se ne può fare tranquillissimamente a meno.

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  3. questo è il governo dei provvedimenti inutili (quando non sono anche peggio).. questo è solo l'ultimo esempio lampante esempio..

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  4. perchè 2 miliardi di euro scusa? con quali costi hai fatto la stima? secondo me, potrebbero essere molto meno. in un ottica di razionalizzazione generale, bloccare turn-over per 10 anni e nel frattempo smantellare la mastodontica rete burocratica romana sarebbe uno snellimento indispensabile per noi italiani...

    @luca: i giudizi sui governi molto spesso sono basati solamente su aspetti ai cui danno risalto i media (vedi processi a B. e altre stronzate stile Santoro), ma vorrei ricordare che il ministro tremonti è riuscito, grazie ad una politica di rigore risconosciuta a livello mondiale (e di cui non parliamo perchè rispetto alle puttane/mafiosi di B. vende meno)a escluderci momentaneamente dalla bagarre economica tra banche e mercati, diversamente dalla tanto acclamata spagna di zapatero. (e non prestate attenzione a quelle agenzie di rating farlocche che ORA fanno al voce grossa: la loro credibilità l'hanno persa quando PRIMA DELLA CRISI sono state zitte se non complici dei cigni neri della finanza mondiale)

    Che la storia dei ministeri (messa come la mete la lega) sia una stronzata l'ha capito anche il porco.

    Voglio fare con voi un giochino.
    Rispondete per bene a questa domanda:
    - Se foste al posto di questo governo dei provvedimenti inutili cosa fareste?
    considerando vincoli (politici, economici, sociali, burocratici, etc.. e risorse (umane, d'immagine, etc..)

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  5. Il calcolo è una stima approssimativa fatta da un economista sul Corriere (non ricordo il nome) che diceva che spostare (o rimpiazzare) un dipendente ministeriale costa in media tipo 100mila euro. Aggiungendoci le varie spese per infrastrutture e altre robe si arriva a quella cifra. E poi non è che se sposti un ministero smantelli la rete burocratica, ma la sposti semplicemente in un'altra città.
    Ma ripeto, nessuno, nemmeno i leghisti, lo ritengono una questione reale. Ora si parla solo di "organi di rappresentanza" che, qualunque cosa voglia dire, sicuramente non saranno gratis per le nostra tasche.

    Su Tremonti, è strano, ma mi pare che, nonostante il gran lavoro fatto e riconosciuto a livello mondiale, sia il bersaglio preferito dei suoi compagni di coalizione, ultimamente. Guarda caso appena dopo le elezioni e i referendum. Forse perché c'è da recuperare voti e parlare di fantomatici abbassamenti delle tasse potrebbe aiutare? Eh no, caro Tremonti, in questo caso non ci sono pareggi di deficit da raggiungere e norme europee che tengano. Bisogna allargare i cordoni della borsa, nonostante qualcuno abbia spesso dichiarato di "non aver mai messo le mani in tasca agli italiani".

    Se io fossi al governo comunque probabilmente non farei testo e durerei poco, perché mi batterei per cose di cui non fregherebbe a nessuno, tipo sulle libertà individuali e sui diritti civili (a proposito, lo sapevate che Pannella è in sciopero della fame da due mesi e da tre giorni anche della sete, ed è stato anche ricoverato, per la situazione aberrante dei carceri in Italia? Magari ci scrivo un post).

    Sicuramente non farei, o non sprecherei tempo e risorse per cercare di fare: Lodi Alfano, legittimi impedimenti, prescrizioni brevi, leggi su "legittimi sospetti" sui giudici, depenalizzazioni di falsi in bilancio, scudi fiscali, leggi per vietare TUTTE le pubblicazioni di intercettazioni telefoniche, leggi per chiudere programmi televisivi, leggi per fare parlamenti di nominati e, negli ultimi tempi, dividere elezioni amministrative e referendum, spostare ministeri... et cetera...
    Sono cose che non vedo come possano interessare il cittadino comune.

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  6. Come direbbe la mia cara nonna (tipico esemplare di becero qualunquismo da barino,in perfetto italian style):
    TUTTI A CASA!

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