sabato 16 aprile 2011

Datemi un menisco. O magari due


Il mio fisioterapista, Claudio, affermava che quando uno si rompe per bene una volta solitamente poi entra in una spirale di infortuni senza fine. Questo ovviamente non vale per gli atleti professionisti che sono super seguiti e possono fare cinque-sei ore al giorno di riabilitazione, o per chi si fa male ma non ha nulla a che fare con lo sport, perché magari è caduto col motorino o è inciampato sul gatto. Tra parentesi: è successo davvero al mio professore di biologia al liceo, che ci ha quasi rimesso una caviglia. Insomma, secondo Claudio, se a spaccarsi è invece un povero cristo che fa sport a livello dilettantistico/amatoriale, stai tranquillo diceva, che una volta ristabilitosi dall'infortunio, continuando con l'attività, è probabile che cominci per lui una via crucis, giusto per rimanere in linea con la metafora evangelica ché siamo quasi a Pasqua. E toccarsi i maroni non serve a niente, aggiungeva.
Beh, non so se avesse ragione o meno, ma di sicuro a me è successo esattamente questo. C'ha preso in pieno.

30 Giugno 2006. Se avete avuto l'onere di leggere la mia biografia farlocca scritta da Clonaldo, saprete che quel giorno ho salutato per sempre il mio legamento crociato anteriore sinistro durante una partita di calcetto. Operazione, tre mesi di fisioterapia, cinque di palestra e sono tornato a giocare al pallone.

Nel settembre del 2008, nella solita partita di calcestronzo, stavolta nimmanco di un torneo ma in una roba tranquilla tra amicici, mi sono distorto amabilmente la caviglia. La lastra evidenziò pure un parziale distacco del malleolo dalla tibia, che non so neanche che vuol dire. Un mese e mezzo di gesso, due di fisioterapia e sono tornato a giocare al pallone.

Nel marzo del 2009, a sciare stavolta, anzi per meglio dire a rotolare sulla neve, mi sono lesionato un menisco. Sempre del ginocchio sinistro, quello marcio già operato. Come ho fatto? Non per via di una caduta né per uno sci di traverso. No, no. Stavo semplicemente camminando sulla neve con quei cacchio di scarponi stramaledetti. Fitta improvvisa, gonfiore, dolore.
L'ortopedico, che ormai è diventato mio amico e mi ha invitato pure a farci una birra insieme, dopo aver intascato l'ennesimo centone per l'ennesima visita, mi dice che bisogna operare. Ti metto in lista, fa, neanche fossimo in attesa di un cuore o di un rene. Va bene.
Sta di fatto che nessuno mi ha fatto sapere più nulla, la lista doveva essere quella della spesa. Tant'è che non mi sono operato, non sono più andato a sciare, ma ho continuato a giocare al pallone.

L'estate scorsa, durante una partita di calcio a sette con dei miei amici baskettari, mi rompo pure il menisco a destra. Non c'è stato bisogno questa volta di fare visite o risonanze o regalare soldi a medici e terapisti per capirlo, visto che il dolore è stato esattamente simmetrico, lo stesso della volta precedente ma a ginocchia invertite. Quindi di riflesso dovrei operarmi pure a quest'altro lato. Chissà se fanno il 2-per-1 tipo Esselunga?

In definitiva ecco la mia situazione attuale: ho due menischi rotti, uno per gamba. A volte le ginocchia mi scricchiolano, altre mi fanno proprio un male boia. Ho sviluppato una preoccupante dipendenza da voltaren. Ma continuo a giocare al pallone.

Sì, lo so che cosa state pensando. State pensando "ma se sei così guasto basta con sto calcetto del menga, idiota. Trovati un lavoro diobono". E avete perfettamente ragione razionalmente parlando.
Il fatto è che il calcetto per me è come la ricreazione di dieci minuti in mezzo alle sei ore di lezione di quando ero al liceo. È l'occasione per farsi due risate con gli amici, che tra una cosa e quell'altra vedi sempre meno spesso. È l'occasione per segnare ancora qualche gol come facevi una volta, anche se non conta nulla ed anche se è pure un po' ridicolo dirlo.
È come il fight club per i protagonisti di Fight Club, del libro o del film, fa lo stesso. Combattere per combattere loro, giocare per giocare noi. Anche se a giudicare dallo stato in cui spesso torno a casa non c'è grande differenza.

Per me è troppo difficile rinunciare a tutto questo. Se mi volete bene, alla prossima partita che organizzate, non chiamatemi.


5 commenti:

  1. luca: sottoscrivo appieno.. e poi ricorda.. non sono 2 menischi che fanno venir meno la tua immensa classe.. peròccheccazzoseidiburro :)

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  2. magari, il burro sarebbe più resistente... :)

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  3. luca: io ti offro un'alternativa quando i menischi non son piu boni.. che ne pensi ? :)

    http://www.google.it/imgres?imgurl=http://www.kneereplacement.com/binary/org/DEPUY/images/joint/knee/product/LCS_LargeImage.jpg&imgrefurl=http://www.kneereplacement.com/DePuy/DePuy_technology/DePuy_knees/rotating_knees/&usg=__iwvdf7fe0N6onNREnqu7D7q8P5s=&h=636&w=500&sz=33&hl=it&start=0&zoom=1&tbnid=TebXXDeJINiM6M:&tbnh=136&tbnw=107&ei=JjytTfbkOJKe4QaUxeiWCw&prev=/search%3Fq%3Dlcs%2Bmobile%2Bbearing%26um%3D1%26hl%3Dit%26sa%3DN%26biw%3D1259%26bih%3D571%26tbm%3Disch&um=1&itbs=1&iact=hc&vpx=294&vpy=200&dur=843&hovh=253&hovw=199&tx=126&ty=121&oei=FDytTa2LEMTSsgbnnvzWDA&page=1&ndsp=21&ved=1t:429,r:8,s:0

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  4. Sono ormai nell'immaginario collettivo le smorfie di anto durante i calcetti....

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  5. @ Luca: mi sembra decisamente interessante... chiamo il Giannini e sento se me ne impianta un paio al volo...

    @ Fra: la sofferenza ha ormai segnato il mio volto... :)

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