mercoledì 6 aprile 2011

Disappearing Zip, ovvero m'hanno inculato il motorino. Cazzo.

Il mio Zip. Ah non c'è? Infatti...

Stamattina, ieri mattina ormai, quando la sveglia ha suonato c'ho pensato, cazzo. C'ho pensato seriamente di restarmene a letto. Ci penso tutte le volte in effetti, ma oggi un po' più del solito. C'era un presagio strano sotto le coperte e non avevo neppure sganciato. Ma non potevo farlo cazzo, non potevo spegnere il bi-bi-biip e girarmi dall'altra parte. C'era una menata di esercitazione di organizzazione aziendale cazzo, e la prof è una di quelle un po' stronzarelle, ligia al rispetto delle regole come dice lei, capace di legarsela al dito se non m'avesse visto, cazzo.
Mi sono alzato quindi, ho lavato il lavabile, mi sono vestito e, considerata la bella giornata, ho preso il motorino. Come sempre quando non piove o fa talmente freddo che ti si congelano pure i maroni. Era anche in riserva cazzo e per essermi fermato a fare benzina ho quasi mancato il treno. E pensare che ho perso tanti di quei treni in vita mia che se li allineassero tutti uno dietro l'altro farebbero due volte la lunghezza della Grande Muraglia cinese. Col senno di poi sarebbe stato meglio se l'avessi perso pure oggi. E invece, di un soffio, ce l'ho fatta. Cazzo.

Avevo parcheggiato al solito posto, in mezzo a tanti altri motorini molto più belli del mio che è, anzi era cazzo, uno Zip Sp del 2001, scaciato, consumato, graffiato e con un buco nella carena largo quanto il piede di Shaquille O'Neill.
Arrivato a lezione la prof, come volevasi dimostrare, mi ha mandato alla lavagna cazzo, ad esporre la mia soluzione del caso aziendale in esame. È andata inaspettatamente bene cazzo, e ho addirittura rischiato di passare per uno che studia. La cosa mi aveva lasciato soddisfatto, tant'è che mi sono incamminato verso il treno di ritorno con un sorriso sghimbescio stampato sul muso, totalmente ignaro di quello che stava per accadermi di lì ad una mezz'ora, cazzo.
Una volta a Lucca, mi sono avviato nel parcheggio fischiettando, mi sono guardato intorno e non ho visto il mio motorino. Mi sono girato, rigirato e ancora girato e non lo vedevo. Cioè non c'era proprio, cazzo!
Ora, visto che non sono esattamente la lucidità mentale incarnata, ho cominciato a dubitare di me stesso. In una drammatica escalation, complice anche il sole che mi picchiava a perpendicolo sulla testa, ho prima pensato: "ehi, ma il cazzo di bloccasterzo l'avevi messo?". Poi: "ehi, ma sei sicuro che hai parcheggiato qui?". Dopo: "ehi, ma sei sicuro di essere uscito in motorino?". Infine: "ehi ma sei sicuro di esserti alzato dal letto e di non esserti in realtà riaddormentato, sognando solamente di essere andato a Pisa, di aver fatto bella figura all'esercitazione e di esserti fatto fottere lo scooter?". Una cacata di piccione mi ha sfiorato il braccio riportandomi alla realtà: io ero lì e lo Zip invece no, cazzo. La raffica di bestemmie che ho urlato contro il Cielo è stata tale che mi sono stupito che Satana in persona non sia emerso squarciando il suolo, trascinandomi giù con lui e complimentandosi per la fantasia nelle combo di moccoli.
Una volta ripreso fiato sono subito andato alla stazione dei carabinieri a fare la denuncia e, lo giuro, se avessi partorito con lancinante dolore sarebbe stato meno faticoso. Cioè, poi dicono che quelli nelle barzellette sono tutti luoghi comuni. Ma quali luoghi comuni, cazzo! Un'ora e mezzo per una minchia di denuncia per un furto di un motorino? Se m'avessero svaligiato casa allora quanto ci voleva, una settimana? Non so che grado avesse il tizio con cui ho interloquito, per usare un eufemismo. Era un appuntato, o uno spuntato forse, comunque talmente ottuso che se avessero fatto un concorso di ottusità sarebbe stato squalificato per non aver capito le regole. Ad ogni parola, anche quelle monosillabiche, ci voleva lo spelling e ad ogni spiegazione una didascalia. Ad un certo punto ero così snervato che ho cominciato a delirare, tentando di comunicare con un fax tramite codice morse.
Tornato finalmente a casa e recuperato qualche zucchero tramite soluzione endovenosa mi sono un minimo calmato.

È rimasto però un forte dispiacere, anzi direi più un vorticoso giramento di cazzo, perché il mio Zippettino non c'è più e so con matematica certezza che non verrà mai ritrovato. Soprattutto se chi lo deve cercare è sveglio come il tipo di cui sopra. Non mi cruccio per il valore economico, in fondo era un ferro vecchio e pensavo pure di cambiarlo a breve, ma perché c'ero proprio affezionato affezionato, cazzo. Erano dieci anni che ci poggiavo le chiappe sopra, cazzo. Nonostante non partisse mai, nonostante mi lasciasse a piedi un giorno sì e l'altro pure e nonostante mi abbia fatto pensare più volte di buttarlo in un fosso e lasciarcelo per sempre, gli volevo bene e meritava una fine migliore. Non di essere rubato da qualche pezzente bastardo, cazzo. Sì pezzente, come altro si può definire uno che va a rubare un tale catorcio?

E comunque il fatto che stasera l'inter abbia preso 5 pappine in casa contro la selezione dei minatori stanchi della Ruhr non mi ha consolato nemmeno un po'. Cazzo.
Un pochettino forse sì

P.s.
Mi scuso nel caso l'eccessiva ripetizione della parola "Zip" abbia urtato la sensibilità di qualcuno. Scusatemi davvero, cazzo.


6 commenti:

  1. luca: :) esilarante... però poverozippettinodimerdachenonpartemaicazzo!

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  2. spero che non parta mai neanche a quelli che me l'hanno fregato... :)

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  3. Ben scritto, cazzo! Anche se... Sono rimasta profondamente turbata dall'incredibile ridondanza della parola "Zip", cazzo!! =))

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  4. Beh del resto i concetti importanti vanno ribaditi... :)

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  5. Mi dispiace da morire per quel poveraccio che te l'ha rubato....

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